eBook: sarà vera gloria?

In un mio post precedente ho fatto cenno al recente acquisto (finalmente) di un letto di eBook. L’offerta che ho trovato al MediaWorld di Bassano del Grappa era di quelle da non farsi scappare: 83 € per un oggetto che normalmente costa il doppio era davvero un buon prezzo: infatti ho ceduto e da un paio di mesi leggo, oltre che su carta vera, anche sulla carta elettronica del Bookeen Cybook Opus.

Premetto che ero molto scettico sulla lettura su carta elettronica fino a quando, passeggiando per Esslingen, in Germania, sono entrato in una libreria dove avevano esposto e “testabile” il nuovo eBook Reader di Acer, il Lumiread che in Italia deve ancora arrivare. Devo ammettere che sono rimasto stupefatto della qualità della lettura su un dispositivo del genere: abituato al display decisamente affaticante dei laptop (per non parlare di quelli lucidi come quello del mio Dell, che proprio nel display troppo lucido ha la sua quasi unica pecca) ho trovato affascinante lo schermo praticamente non riflettente, non retro illuminato e ben contrastato quell’oggetto. Appena rientrato a casa, ho cominciato a documentarmi sui modelli e sulle soluzioni: risultato della ricerca è stato un livello di confusione decisamente elevato, aggravato dal prezzo non proprio popolare dei dispositivi.

Ho cercato quindi di analizzare la situazione chiedendomi cosa volevo da un dispositivo del genere e sono arrivato alla conclusione che, alla fine della fiera, non conoscendo come avrei reagito, alla lunga, a questa novità, non sarebbe valsa la pena di investire cifre troppo elevate: a cosa serve il wireless, un browser o un lettore di mp3 in un dispositivo che serve a leggere libri elettronici?

A quel punto, l’Opus era l’uovo di colombo: economico, semplice, leggero e compatto.

Da quando, all’inizio di gennaio, l’ho acquistato, ho letto 7 o 8 libri, senza avere riscontrato difetti o anomalie di funzionamento. La lettura è piacevole e per nulla stancante (non più di un comune libro tascabile comunque). Ad essere onesti, è stato uno degli acquisti più azzeccati che ho fatto.

E qui apro una piccola parentesi: i tablet. Molte delle persone con le quali ho parlato del mio recente acquisto mi hanno detto che, a quel punto, magari mi sarebbe convenuto prendere un tablet, e quindi se non un iPad, almeno uno di quelli con Android, tipo il Galaxy di Samsung. Ebbene, a quelle persone, qualora si definiscano esperti di informatica, ho valutato seriamente di togliere il saluto. Un tablet LCD non sarà mai un dispositivo per leggere per periodi prolungati. Va bene per dare un’occhiata, nulla più. A  meno che uno non abbia in odio la propria vista. Il suggerimento è davvero quello di provare a leggere per un paio d’ore su entrambe le soluzioni. Non ho dubbi che un dispositivo basato su e-ink vincerà la sfida.

Caro Presidente

Caro Presidente,

dico caro solo perchè si usa iniziare così una lettera, ma in realtà mi preme sottolineare che Lei non mi è molto caro, anzi. Comunque, non divaghiamo. Sono un cittadino Europeo che casualmente si è trovato a vivere in Italia. No, non che non mi senta Italiano, anzi,  faccio pure un lavoro che prevede che mi senta Italiano. E in effetti mi sento Italiano. Ma a volte me ne vergogno. Signor Presidente (signore solo perchè è usanza, non che io la consideri veramente un signore), a volte, le giuro, mi vergogno di essere Italiano. Stranamente è da pochi anni che provo questo sentimento. Un tempo, e non era molto tempo fa, mi sentito orgoglioso di essere Italiano. Le confesso, Signor Presidente, che parte del motivo per cui mi vergogno di essere italiano è proprio Lei.

Le sue uscite, la sua vita privata, le sue esternazioni pubbliche, mi imbarazzano, signor Presidente. Sono un dipendente pubblico, ho fatto un giuramento: se mi comportassi come Lei, signor Presidente, sarei la vergogna dell’Istituzione che rappresento e tutti i miei colleghi si vergognerebbero di fare il mio stesso lavoro. Lei, invece, signor Presidente, si vanta delle sue ragazzate, si fa beffe di chi fa il proprio lavoro perseguendo i crimini e adempiendo ai propri doveri. Un ministro in Germania si è dimesso per aver mentito davanti al parlamento sulla vera origine della propria tesi di dottorato. Lei, signor Presidente, mente da anni sapendo di farlo, eppure è ancora là.

Mi permetta di ricordarle i problemi che non ha risolto, signor Presidente, e le menzogne ce ha raccontato. Non sono in grado di farlo in maniera cronologica, mi perdoni, ma comunque spero di risultarle chiaro.

  1. Parliamo de L’Aquila. Il suo intervento lì si è limitato alle parole e ai proclami. Le case di fortuna per gli sfortunati le ha realizzate qualcun altro e Lei ha fatto mettere il cartello del suo ufficio lì sopra, giusto per attribuirsene la paternità. La città è stata sgombrata dalle carriole dei cittadini, non dalla sua grandiosa macchina della protezione civile. A proposito, più che una macchina, a volte sembra un carrozzone.
  2. Parliamo di Napoli. La costante emergenza è stata affrontata ogni volta dall’esercito. Quali provvedimenti ha preso per ridurre il problema all’origine? Il suo Governo ha per caso preso delle iniziative per ridurre i rifiuti? Sul modello mitteleurope avrebbe potuto emanare un provvedimento che imponesse, ad esempio, l’obbligo di vendere bottiglie e contenitori a rendere, limitando molto i rifiuti. Imporre di eliminare gli imballi inutili o prendere altre contromisure per eliminare il problema all’origine. Invece no, in Italia siamo sempre in emergenza. Complimenti.
  3. Gheddafi. Serve dire altro? Quanto abbiamo speso per rivere un criminale e trattarlo con tutti gli onori? Compreso il suo seguito di prostitute?
  4. Lukashenko. Serve dire altro? Qui proprio no.
  5. Ruby. Stendiamo un velo pietoso.
  6. Minetti. Bossi Junior. Molti giovani italiani li invidiano, altri li compatiscono. Io dico solo che è una vergogna. Bossi, il suo caro amico, ha per anni denunciato il nepotismo di Roma ladrona. In effetti, il suo nepotismo è tutto bergamasco. La signora Minetti (ma signora, come sopra signore, è solo usato per consuetudine, non per accezione) ha bruciato le tappe all’italiana maniera. Complimenti. Soprattutto per le bugie sulle sue qualità: parli almeno di quelle vere, faccia la cortesia.
  7. Nucleare. La sua lungimiranza, su questo tema ha toccato livelli di eccellenza, in negativo ovviamente. Le scorie le porta a casa sua? O le lascia a Napoli, dove comunque sono abituati? Come mai in tutto il mondo si cerca di investire in fonti di energia pulite e rinnovabili, mentre noi dopo 30 anni riparliamo di nucleare. Signor Presidente, ci ripensi.

Signor Presidente, prenda la decisione giusta, per una volta. Faccia un passo indietro.

Un cittadino.

Cucinando un po’ il mio hardware

Io ho sempre sostenuto che su internet si trova di tutto. Dalle istruzioni per fabbricare bombe a quelle per fare la maglia. Ma soprattutto, si trova un sacco di roba porno. Ma ancora di più, per un vero nerd, si trovano trucchi per sistemare il proprio computer. In maniere davvero inaspettate.

E ieri ho raggiunto livelli altissimi di nerdosità.

Nessun sa, o meglio solo pochi, che a gennaio, poco dopo le feste, il mio fidato Dell inspiron 9400 ha rischiato di lasciarmi per sempre. Ma andiamo con ordine. Ho la malsana abitudine di lasciare acceso il computer per giorni interi, a compilare o magari a scaricare le ultime distribuzioni di Linux uscite. Una bella mattina, era forse il 7 di gennaio, muovo il mouse per ravvivare lo schermo e mi trovo di fronte una strana situazione, un freeze anomalo in quanto il mouse funzionava (il cursore si muoveva) ma lo schermo era pieno di artefatti e puntini verdi e inoltre nessuna applicazione sembrava rispondere. Mah, ho pensato, molto strano. Linux *di solito* non fa di questi scherzi. Ho spento il portatile e sono andato a lavorare. La sera, rientrato, vado per accendere nuovamente il mio fidato Dell e, sorpresa, il post iniziale del BIOS è pieno di artefatti e puntino. Cerco il CD di diagnostica, temendo il peggio, lancio il test della memoria della scheda video (lo temevo…) e in effetti avevo ragione: il test fallisce e sembra che la memoria sia andata. Tragedia.

Cerco su internet e, sapendo che la scheda non è integrata ma collegata tramite un bus tipo pci-express, vedo se è possibile comprarla. Su ebay, in effetti, si trovano a cifre non modeste ma comunque abbordabili e ne ordino una con doppio dissipatore (facilmente installabile con minime modifiche allo chassis). Dopo 15 giorni mi arriva, la monto, e il computer torna a vivere. Ma solo fino a ieri mattina, 3 marzo 2011, quando dopo una notte di compilazione, stesso freeze. No, penso, non di nuovo, non con la scheda nuova (in realtà  ricondizionata). Disperato, nel pomeriggio ottengo una risposta dal venditore che mi invita a rispedirla (GRATIS) in Inghilterra per ottenere la sostituzione della scheda difettata. Tuttavia sono deluso e amareggiato. Giro tutte le catene di elettronica di Trento alla ricerca di un computer, di un notebook, che possa sostituire il mio povero 9400, ma non ne trovo all’altezza.

E qui apro una lunga parentesi. Dopo il mio tour tra Mediaworld e due sedi di Trony-Elettrocasa devo tristemente trarre due amare conclusioni:

  1. Era dal 1997 che non cercavo di parlare con un commesso di un negozio che vende materiale informatico e mi ero dimenticato quanto incompetenti siano, in genere.
  2. Il tizio del Trony, prima di cagare me, si è intrattenuto con un altro ragazzo, probabilmente ingegnere, che nonostante fosse chiaro che capisse di avere di fronte un cerebroleso, era molto cortese. Cercava un portatile che ne sostituisse uno che nel frattempo era vecchio.
    “Uso principalmente Autocad”, dice “quindi la scheda grafica, sostanzialmente, basta che ci sia. Sul mio scassone vecchio va benissimo…”
    Il commesso, in tutta risposta, “Ah, se ti basta”, sogghignando come se avesse di fronte uno che non capisce. E gli mostra dei portatili. Smetto di farmi i cazzi del tipo e aspetto il mio turno.
    Quando finalmente è la mia volta chiedo “Scusa, ma firewire non ce l’ha proprio nessuno?” E lui, colpito e un po’ schifato “No, ma non si usa più!”. E ‘sti gran cazzi! “Ma a me serve!” rispondo. “Eh…”. Vabbè, non è colpa sua, volendo. Allora, però, chiedo se la porta per l’installazione di espansioni PC Card ce l’avesse qualcuno. Mi guarda come fossi un alieno, allora cerco io e gli mostro un Sony che l’aveva. Lui mi guarda ancora più stranito e mi dice “Ma questo è un lettore di schede di memoria!”. A quel punto sono io che lo guardo male e gli dico “No. Direi di no. Comunque ti ringrazio. Nessuno di questi portatili fa al caso mio.” E me ne sono andato, triste al Mediaworld, dove il top era il tizio dell’Apple che descriveva iWork vestito proprio come Stefano Lavoretti.

  3. I notebook attuali sono scomodi. Possibile che mettano TUTTE LE CAZZO DI PORTE SUI LATI? Il mio dellino ha tutto dietro e ai lati solo pochi connettori. Che cazzo ci fa la rete e tre USB e l’HDMI e la VGA e l’eSATA e ogni altra cagata sui lati? E’ scomodo, cazzo!

Chiusa parentesi.

Allora, rattristato dal mio tour accendo il vecchio ma perfettamente funzionante computer della mia stellina e cerco qualche info sulla mia scheda video. Casualmente mi imbatto in uno che parla della cottura delle schede. Cottura? What are you fucking saying? Leggo leggo leggo e scopro che, messa in forno a 200° centigradi per 10 minuti, forse ci sono speranze. Non sono troppo fiducioso, ma che ho da perdere? Prendo la scheda originale, non quella che ancora è in garanzia, la smonto, tolgo il dissipatore, la piazzo in forno pre-riscaltato appoggiandola, sorretta da quattro palline di stagnola, su una teglia. Attendo 10 minuti, deliziato da una puzza tremenda in tutta la casa (fortuna che le ragazze sono fuori qualche giorno!). La sforno, la metto a raffreddare come le torte che piacciono all’orso Yogi, mi guardo un episodio di BattleStar Galactica e attendo. Alle 23,20 prendo la scheda, ormai fredda, la monto e, prima di ricomporre il computer, lo accendo ancora sezionato e lancio il test della memoria video. Già  all’accensione, nessun artefatto. E il test passa senza problemi.

Rimonto il computer (ma oggi l’ho poi smontato per mettere un po’ di pasta termo-conduttiva nuova tra GPU e dissipatore) e lo uso. Mitico, funziona. Nel frattempo aggiorno il BIOS che DELL ha rilasciato proprio per evitare di friggere le schede video e ho un computer nuovamente funzionante e che, al confronto di quelli che ho visto in negozio, pur avendo 4 anni, è ancora un’ottima macchina.

Qualche parola

Come usa dire il buon Tony, ci sono molti argomenti di cui mi piacerebbe trattare. Vorrei parlare del mio ultimo acquisto da nerd, il Bookeen Opus, un lettore di ebook che ho trovato in offerta al Mediaworld per 83 € e che, visto la mia iniziale diffidenza nei confronti di quel tipo di strumento, mi ha positivamente sorpreso per la sua efficacia e semplicità di utilizzo. Potrei parlare di agricoltura biodinamica, che, come il buon Tony ha avuto modo di sintetizzare brillantemente, sta alla agricoltura biologica come l’omeopatia sta alla medicina. Mi piacerebbe parlare di Ruby Rubacuori, ma quello, in effetti, è un argomento inflazionato: lasciamo che siano i magistrati a parlarne, che dite?

Mi piacerebbe anche raccontarvi di un software (vassal) che aiuta i nerd a giocare anche da lontano ai loro boardgame preferiti. Vorrei anche parlare di un sito che mi ha fatto conoscere l’onnipresente Tony e che parla di letteratura fantasy, con recensioni particolareggiate sulla fantasy italiana.

E, ultimo ma non meno importante, anzi, assolutamente più importante di tutti, potrei parlarvi della mia Federica: ma sono cose private, queste, e sarà lei un giorno a raccontare di sé su internet, se vorrà.

Abbiate quindi fede, ma solo nella scienza, e attendete con fiducia mie nuove su questi schermi! 🙂

Mitakuye Oyasin!