Caro Presidente

Caro Presidente,

dico caro solo perchè si usa iniziare così una lettera, ma in realtà mi preme sottolineare che Lei non mi è molto caro, anzi. Comunque, non divaghiamo. Sono un cittadino Europeo che casualmente si è trovato a vivere in Italia. No, non che non mi senta Italiano, anzi,  faccio pure un lavoro che prevede che mi senta Italiano. E in effetti mi sento Italiano. Ma a volte me ne vergogno. Signor Presidente (signore solo perchè è usanza, non che io la consideri veramente un signore), a volte, le giuro, mi vergogno di essere Italiano. Stranamente è da pochi anni che provo questo sentimento. Un tempo, e non era molto tempo fa, mi sentito orgoglioso di essere Italiano. Le confesso, Signor Presidente, che parte del motivo per cui mi vergogno di essere italiano è proprio Lei.

Le sue uscite, la sua vita privata, le sue esternazioni pubbliche, mi imbarazzano, signor Presidente. Sono un dipendente pubblico, ho fatto un giuramento: se mi comportassi come Lei, signor Presidente, sarei la vergogna dell’Istituzione che rappresento e tutti i miei colleghi si vergognerebbero di fare il mio stesso lavoro. Lei, invece, signor Presidente, si vanta delle sue ragazzate, si fa beffe di chi fa il proprio lavoro perseguendo i crimini e adempiendo ai propri doveri. Un ministro in Germania si è dimesso per aver mentito davanti al parlamento sulla vera origine della propria tesi di dottorato. Lei, signor Presidente, mente da anni sapendo di farlo, eppure è ancora là.

Mi permetta di ricordarle i problemi che non ha risolto, signor Presidente, e le menzogne ce ha raccontato. Non sono in grado di farlo in maniera cronologica, mi perdoni, ma comunque spero di risultarle chiaro.

  1. Parliamo de L’Aquila. Il suo intervento lì si è limitato alle parole e ai proclami. Le case di fortuna per gli sfortunati le ha realizzate qualcun altro e Lei ha fatto mettere il cartello del suo ufficio lì sopra, giusto per attribuirsene la paternità. La città è stata sgombrata dalle carriole dei cittadini, non dalla sua grandiosa macchina della protezione civile. A proposito, più che una macchina, a volte sembra un carrozzone.
  2. Parliamo di Napoli. La costante emergenza è stata affrontata ogni volta dall’esercito. Quali provvedimenti ha preso per ridurre il problema all’origine? Il suo Governo ha per caso preso delle iniziative per ridurre i rifiuti? Sul modello mitteleurope avrebbe potuto emanare un provvedimento che imponesse, ad esempio, l’obbligo di vendere bottiglie e contenitori a rendere, limitando molto i rifiuti. Imporre di eliminare gli imballi inutili o prendere altre contromisure per eliminare il problema all’origine. Invece no, in Italia siamo sempre in emergenza. Complimenti.
  3. Gheddafi. Serve dire altro? Quanto abbiamo speso per rivere un criminale e trattarlo con tutti gli onori? Compreso il suo seguito di prostitute?
  4. Lukashenko. Serve dire altro? Qui proprio no.
  5. Ruby. Stendiamo un velo pietoso.
  6. Minetti. Bossi Junior. Molti giovani italiani li invidiano, altri li compatiscono. Io dico solo che è una vergogna. Bossi, il suo caro amico, ha per anni denunciato il nepotismo di Roma ladrona. In effetti, il suo nepotismo è tutto bergamasco. La signora Minetti (ma signora, come sopra signore, è solo usato per consuetudine, non per accezione) ha bruciato le tappe all’italiana maniera. Complimenti. Soprattutto per le bugie sulle sue qualità: parli almeno di quelle vere, faccia la cortesia.
  7. Nucleare. La sua lungimiranza, su questo tema ha toccato livelli di eccellenza, in negativo ovviamente. Le scorie le porta a casa sua? O le lascia a Napoli, dove comunque sono abituati? Come mai in tutto il mondo si cerca di investire in fonti di energia pulite e rinnovabili, mentre noi dopo 30 anni riparliamo di nucleare. Signor Presidente, ci ripensi.

Signor Presidente, prenda la decisione giusta, per una volta. Faccia un passo indietro.

Un cittadino.