Una funzione “segreta” [era SonyEricsson Spiro questo sconosciuto]

Una delle cose che da sempre mi piace di più è predere per il culo certi venditori di computer e telefonia. Non perchè odi quelle categorie, ma perchè purtroppo spesso manca loro la professionalità necessaria. Certo, non è che il fruttivendolo conosca a fondo i suoi prodotti, ma sa distinguere una mela da una pera, un pomodoro da una patata, una banana da una supposta (ah, non vendono supposte? beh ma la differenza la conoscono lo stesso).

Il venditore medio di computer, invece, soprattutto nelle grosse catene tipo Trony, Mediaworld, Euronics, Comet e compagnia, non capisce una mazza di computer o di telefoni. Tuttavia pretendedi darti consigli e dispensarti il suo sapere.

L’ultima esperienza era stata all’epoca dei problemi con la scheda video. Recentemente mi sono astenuto dalla mia pratica di molestie e mi sono dedicato alla famiglia. Ma il buon Tony, come sempre, mi ha dato il la e quindi devo parlare di venditori di telefoni.

Il racconto che segue non è capitato a me e quindi è un po’ romanzato (si, anche se è di tre righe).

Questo telefono ha la funzione di registrare le telefonate? Quali di questi ce l’hanno?
Commesso esterefatto risponde dicendo: “Certo che no, è pazzo? sarebbe una violazione della privacy e i telefoni non lo fanno! Nessuno di questi.”

Premesso che le valutazioni legali non le fai tu, razza di cerebroleso, abbi almeno la cortesia di farti i cazzi tuoi. Ti ho fatto una domanda tecnica: rispondi [si | no | non lo so]. Altro non voglio sentire.

  1. “Si, questo telefono registra”: bene, sei competente e mi dai una buona risposta;
  2. “No, ma quell’altro lo fa”: bene, sei competente e mi dai una buona risposta;
  3. “No e nessuno tra questi mi pare lo faccia”: bene, sei competente e mi dai una buona risposta;
  4. “Questa è la prima volta che me lo chiedono. Non lo so.”: sei un incompetente, ma mi piaci;
  5. “Certo che no, è pazzo? sarebbe una violazione della privacy e i telefoni non lo fanno!”: taci idiota.

Lasciando da parte la bile, il problema di questa funzione non è banale. Onestamente non mi ero mai posto il problema (e in questo senso posso, parzialmente, accettare l’ignoranza di chi vende cellulari): il mio fido Nokia N900 (uno dei migliori oggetti che possegga) lo fa installando uno qualsiasi dei vari registratori disponibili ma non lo fa out of the box.

Recentemente, per varie vicissitudini, sono venuto in possesso di un Sony Ericsson Spiro W100i: un pessimo telefono, instabile, buggato, abbandonato dalla casa produttrice, tuttavia economico (50 euro da Trony) e ricco di simpatiche funzioni, non ultima il “walkman”. E, sorpresa sopresa, il registratore delle telefonate!

Questa funzioncina, tanto utile quanto nascosta, non è citata nemmeno nel manuale cartaceo e l’ho scoperta grazie ad un curioso help interno al telefono che non saprei nemmeno riatrovare. Fa quello che deve fare e lo fa bene, alla faccia di altri telefoni costosi, alla faccia della privacy e alla faccia dei commessi. Se la vedo in giro, lo consiglio anche a Ruby per telefonare al signor B. 🙂

La cosa interessante è che nessun sito di telefonia che sia riuscito a consultare segnala questa funzione o permette di fare un filtro per cercare gli apparecchi che la offrono, sebbene molti telefoni lo possano fare senza installare software aggiuntivo

Cucinando un po’ il mio hardware

Io ho sempre sostenuto che su internet si trova di tutto. Dalle istruzioni per fabbricare bombe a quelle per fare la maglia. Ma soprattutto, si trova un sacco di roba porno. Ma ancora di più, per un vero nerd, si trovano trucchi per sistemare il proprio computer. In maniere davvero inaspettate.

E ieri ho raggiunto livelli altissimi di nerdosità.

Nessun sa, o meglio solo pochi, che a gennaio, poco dopo le feste, il mio fidato Dell inspiron 9400 ha rischiato di lasciarmi per sempre. Ma andiamo con ordine. Ho la malsana abitudine di lasciare acceso il computer per giorni interi, a compilare o magari a scaricare le ultime distribuzioni di Linux uscite. Una bella mattina, era forse il 7 di gennaio, muovo il mouse per ravvivare lo schermo e mi trovo di fronte una strana situazione, un freeze anomalo in quanto il mouse funzionava (il cursore si muoveva) ma lo schermo era pieno di artefatti e puntini verdi e inoltre nessuna applicazione sembrava rispondere. Mah, ho pensato, molto strano. Linux *di solito* non fa di questi scherzi. Ho spento il portatile e sono andato a lavorare. La sera, rientrato, vado per accendere nuovamente il mio fidato Dell e, sorpresa, il post iniziale del BIOS è pieno di artefatti e puntino. Cerco il CD di diagnostica, temendo il peggio, lancio il test della memoria della scheda video (lo temevo…) e in effetti avevo ragione: il test fallisce e sembra che la memoria sia andata. Tragedia.

Cerco su internet e, sapendo che la scheda non è integrata ma collegata tramite un bus tipo pci-express, vedo se è possibile comprarla. Su ebay, in effetti, si trovano a cifre non modeste ma comunque abbordabili e ne ordino una con doppio dissipatore (facilmente installabile con minime modifiche allo chassis). Dopo 15 giorni mi arriva, la monto, e il computer torna a vivere. Ma solo fino a ieri mattina, 3 marzo 2011, quando dopo una notte di compilazione, stesso freeze. No, penso, non di nuovo, non con la scheda nuova (in realtà  ricondizionata). Disperato, nel pomeriggio ottengo una risposta dal venditore che mi invita a rispedirla (GRATIS) in Inghilterra per ottenere la sostituzione della scheda difettata. Tuttavia sono deluso e amareggiato. Giro tutte le catene di elettronica di Trento alla ricerca di un computer, di un notebook, che possa sostituire il mio povero 9400, ma non ne trovo all’altezza.

E qui apro una lunga parentesi. Dopo il mio tour tra Mediaworld e due sedi di Trony-Elettrocasa devo tristemente trarre due amare conclusioni:

  1. Era dal 1997 che non cercavo di parlare con un commesso di un negozio che vende materiale informatico e mi ero dimenticato quanto incompetenti siano, in genere.
  2. Il tizio del Trony, prima di cagare me, si è intrattenuto con un altro ragazzo, probabilmente ingegnere, che nonostante fosse chiaro che capisse di avere di fronte un cerebroleso, era molto cortese. Cercava un portatile che ne sostituisse uno che nel frattempo era vecchio.
    “Uso principalmente Autocad”, dice “quindi la scheda grafica, sostanzialmente, basta che ci sia. Sul mio scassone vecchio va benissimo…”
    Il commesso, in tutta risposta, “Ah, se ti basta”, sogghignando come se avesse di fronte uno che non capisce. E gli mostra dei portatili. Smetto di farmi i cazzi del tipo e aspetto il mio turno.
    Quando finalmente è la mia volta chiedo “Scusa, ma firewire non ce l’ha proprio nessuno?” E lui, colpito e un po’ schifato “No, ma non si usa più!”. E ‘sti gran cazzi! “Ma a me serve!” rispondo. “Eh…”. Vabbè, non è colpa sua, volendo. Allora, però, chiedo se la porta per l’installazione di espansioni PC Card ce l’avesse qualcuno. Mi guarda come fossi un alieno, allora cerco io e gli mostro un Sony che l’aveva. Lui mi guarda ancora più stranito e mi dice “Ma questo è un lettore di schede di memoria!”. A quel punto sono io che lo guardo male e gli dico “No. Direi di no. Comunque ti ringrazio. Nessuno di questi portatili fa al caso mio.” E me ne sono andato, triste al Mediaworld, dove il top era il tizio dell’Apple che descriveva iWork vestito proprio come Stefano Lavoretti.

  3. I notebook attuali sono scomodi. Possibile che mettano TUTTE LE CAZZO DI PORTE SUI LATI? Il mio dellino ha tutto dietro e ai lati solo pochi connettori. Che cazzo ci fa la rete e tre USB e l’HDMI e la VGA e l’eSATA e ogni altra cagata sui lati? E’ scomodo, cazzo!

Chiusa parentesi.

Allora, rattristato dal mio tour accendo il vecchio ma perfettamente funzionante computer della mia stellina e cerco qualche info sulla mia scheda video. Casualmente mi imbatto in uno che parla della cottura delle schede. Cottura? What are you fucking saying? Leggo leggo leggo e scopro che, messa in forno a 200° centigradi per 10 minuti, forse ci sono speranze. Non sono troppo fiducioso, ma che ho da perdere? Prendo la scheda originale, non quella che ancora è in garanzia, la smonto, tolgo il dissipatore, la piazzo in forno pre-riscaltato appoggiandola, sorretta da quattro palline di stagnola, su una teglia. Attendo 10 minuti, deliziato da una puzza tremenda in tutta la casa (fortuna che le ragazze sono fuori qualche giorno!). La sforno, la metto a raffreddare come le torte che piacciono all’orso Yogi, mi guardo un episodio di BattleStar Galactica e attendo. Alle 23,20 prendo la scheda, ormai fredda, la monto e, prima di ricomporre il computer, lo accendo ancora sezionato e lancio il test della memoria video. Già  all’accensione, nessun artefatto. E il test passa senza problemi.

Rimonto il computer (ma oggi l’ho poi smontato per mettere un po’ di pasta termo-conduttiva nuova tra GPU e dissipatore) e lo uso. Mitico, funziona. Nel frattempo aggiorno il BIOS che DELL ha rilasciato proprio per evitare di friggere le schede video e ho un computer nuovamente funzionante e che, al confronto di quelli che ho visto in negozio, pur avendo 4 anni, è ancora un’ottima macchina.

Chilometri zero

Il concetto di prodotti a chilometri zero è uno dei fondamenti della sostenibilità dell’economia: afferma che tutte le volte che sia possibile, occorre cercare di acquistare e fare uso di prodotti locali. Ovviamente le banane le continueremo a importare, ma magari l’insalata e le mele no.

In tutto questo, prodotti come la pasta e il pane rientrano comodamente: le grandi aziende produttrici ormai hanno unità locali sparse in tutta Italia e quindi non c’è più bisogno di produrre a Cannicattì la pasta da vendere a Milano.

In effetti, Barilla afferma che i suoi prodotti sono attenti all’ambiente e il ciclo produttivo cerca di ridurre le emissioni. Sulle confezioni è indicato chiaramente:

ambiente ingrediente importante
ambiente ingrediente importante

Appena ho letto questa cosa sulla confezione, mi sono chiesto quali e quanti stabilimenti producono i fusilli in Italia e da dive arrivano quelli che ho sulla tavola. Al momento sono a Lodi e considerato che la sede centrale di Barilla è a Parma ho immaginato che i miei fusilli fossero stati prodotti lì.

Ebbene, Barilla ha stabilimenti a Parma, Marcianise (Caserta), Foggia, Corigliano d’Otranto (Lecce), Mondovì (Cuneo) e Tebe (Grosseto). Il pacco di pasta comprato al supermercato di Lodi da dove verrà?

Gli stabilimenti di Barilla
Gli stabilimenti di Barilla

Secondo quando indicato dalla legenda, beh, i miei fusilli ne hanno fatta di strada: arrivano da Marcianise in provincia di Caserta. Ha fatto oltre 700 km e attraversato mezza Italia.


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Non era più vicina Parma?

Devo scrivere al signor Barilla. Forse non lo sa che spende un sacco di soldi in gasolio per i camion.

E non mi stupirei se in Campania ci sono pacchi di pasta prodotti a Mondovì…

Chissà che non me incazza, eh! (era: Sproloqui — Parte IV)

Parafrasando il sommo Mosconi, titolo questo mio ennesimo sproloquio (ormai quando comincio a scrivere devo ricontrollare a che numero ero arrivato) con la mia invettiva nei confronti della peggior categoria di automobilisti che esista in Italia, o almeno una di quelle che, nella bolgia degli automobilisti stronzi, tra i quali ci sono sicuramente anch’io, cerca con discreto successo di raggiungere la consacrazione dei massimi titoli.

Sto ovviamente parlando di quei simpatici burloni che non si schiodano dalla corsia centrale nemmeno se gli sfanali per un’ora facendogli la lampada al lunotto posteriore.

Avete presente quella sensazione di impotenza quando vedete che le nostre bellissime e costosissime autostrade a tre corsie sono ingolfate da cima a fondo e solamente nelle corsie di sinistra? Quella di destra, sola e sconsolate, è libera, nessuno se la fila, nessuno ha cura di lei salvo qualche sparuto camion autorizzato a viaggiare in deroga, se circolate nei festivi. Ma nessuno che va in prima corsia. Come se fosse sinonimo di impotenza, di inferiorità. E allora ti viene la voglia di sgarrare, di metterti a 130 in prima corsia e superarli tutti. Senza cazzate, senza zig-zag, ma rimanendo sulla propria corsia di marcia. E ammetto di averlo fatto spesso, di rimanere dove sono, guardando ovviamente con disprezzo il conducente di quella vettura nel bel mezzo della strada.

Per l’ennesima volta oggi ho rischiato tantissimo di mandare a fare in culo un bel po’ di colleghi automobilisti. E quindi, deciso a fare qualcosa, ho cercato in Internet una risposta alla più elementare delle domande che un automobilista si fa quando viaggia in autostrada: “Posso rimanere in prima corsia quando qualche idiota si ostina a rimanere in quella centrale se non addirittura in quella a sinistra?”. Ebbene, i cuggini della Polizia di Stato – Sezione di Polizia Stradale hanno delle bellissime FAQ sul loro sito e una di queste, la numero 2094, recita testualmente:

Domanda n. 2094:
In autostrada mi capita spesso che occupando la corsia libera più a destra incontri un autoveicolo più lento che marcia su una corsia più a sinistra della mia (es. quella centrale o quella di sorpasso). Tenendo presente che io non ho ostacoli nella mia corsia, è possibile proseguire ognuno per la sua strada senza incorrere, da parte mia, nel divieto di sorpasso a destra con relativa sanzione e punti?

L’art.143 Cds prescrive che sulle strade a due o più corsie si debba circolare sulla corsia libera più a destra. Le inosservanze sono sanzionate con il pagamento di una somma di € 38,00 e la decurtazione di 4 punti.
La manovra di colui che circolando sulla corsia centrale trova l’ostacolo di un veicolo ed effettua il sorpasso a destra è sanzionato dall’art.148, comma 15, Cds con la somma di € 74,00 e la decurtazione di 5 punti. Se la manovra di sorpasso a destra è ripetuta nell’arco di due anni, si applica anche la sospensione della patente da 1 a 3 mesi.
La manovra di colui che prosegue la marcia sulla corsia di destra, nonostante la presenza di veicoli sulla corsia o sulle corsie di sinistra, non integra la manovra di sorpasso a destra, ma solo quella di superamento da destra che non è sanzionata.

E questa è la svolta, signori! Da stasera per voi simpatici burloni che vi ostinate a rimanere in corsia centrale è giunto il momento di sapere che io rimarrò a destra. Niente più gincane per passare dalla prima alla terza corsia nello spazio di pochi metri, niente più sguardi furtivi nello specchietto per vedere se la Lamborghini della Polstrada mi pedina, nulla più di tutto questo. Nelle assolate giornate d’estate, quando il mando stradale incandescente provoca effetti rifrattivi sull’aria sovrastante, io rimarrò impassibile sulla mia corsia.

E fatemi pure i gestacci, io ho dalla mia la parola della legge!

Ok, ho finito lo sfogo.

Sproloqui

Dopo qualche mese di assenza dal blogging attivo, ho finalmente ritrovato la voglia di buttare giù due righe su questo sperduto blog che, citando il mitico morkai, non è altro che un altro blog che infesta la rete.

Le cose di cui parlare sarebbero moltissime, dalla politica italiana che ormai mi ha definitivamente disgustato, alla religione che perde sempre più punti nella mia personalissima scala delle cose importanti e che possono rendere la vita migliore, alla situazione generale del costume e dell’atmosfera che si vive in questa nostra povera Italia. Oppure potrei parlare dei miei piccoli, insignificanti progressi nella conoscenza del python, il cui approfondimento si è però un po’ spento dopo l’entusiasmo iniziale, Oppure ancora, potrei raccontarvi di alcuni board game che ho acquistato durante la mia recente visita ad una splendida teutonica “messe” di giochi in quel di Stoccarda, non ultimi Dominion (di cui la mia stella mi ha regalato pure l’espansione “Seaside“, Cuba e Carcassone Mayflower.

Mi piacerebbe raccontare anche dei miei recenti esperimenti con MaNGOS, una implementazione GPL del motore di un famosissimo MMORPG a cui ho giocato a lungo ma che, per motivi di tempo ho parzialmente abbandonato. Per motivi di personale interesse nel funzionamento di alcuni meccaniche del gioco, ho provato a installare il server sul mio portatile e devo dire che i ragazzi di MaNGOS hanno fatto un ottimo lavoro. Per non parlare poi di quelli che hanno realizzato i vari database su cui MaNGOS poggia, altro lavoro immane…

Ma al momento, con disappunto di nessuno, non scriverò di nessuno di questi argomenti. Così, tanto per fare.

Mitakuye Oyasin

PS: Magico Vento(*) è in chiusura. Una delle testate più belle di sempre tra le grandissime di Sergio Bonelli, dopo tanti anni chiude. Che tristezza…
PS2: Chi mi conosce si segni il mese di maggio. Non so se sarò ancora lo stesso dopo quella data! 🙂